La Villa - Comune di Viareggio

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Villa Borbone

villa borbone dal parco

La macchia lucchese e la Tenuta Borbone

La Tenuta Borbone e la Macchia Lucchese rappresentano con la pineta di ponente i due grandi polmoni verdi di Viareggio. Se la pineta di ponente è a tutti gli effetti diventata col tempo un parco cittadino, la Tenuta Borbone e Macchia Lucchese, conosciuta dai viareggini anche come pineta di levante, ha mantenuto inalterati molti caratteri naturalistici che hanno fatto sì che, da più di trent’anni, la zona sia stata compresa all’interno dei confini del Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli. In considerazione della ricchezza di biodiversità presenti in alcune aree del bosco, il Parco ha ritenuto opportuno istituire due Riserve Naturali, rispettivamente chiamate “Lecciona” e “Guidicciona”, al fine di tutelare le specie endemiche di rara bellezza che si possono trovare passeggiando lungo i sentieri. L’importanza di tali aree è stata inoltre riconosciuta anche con l’istituzione di due Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) facenti parte della Rete Natura2000.

All’interno della Macchia Lucchese esistono numerose vie e sentieri facilmente percorribili. I percorsi realizzati in Macchia Lucchese consentono di attraversare e conoscere due ambienti del parco molto significativi e di grande interesse naturalistico: il bosco e la costa. Nel bosco, camminando in silenzio tra lecci, ontani, frassini, farnie e pini domestici, sarà possibile sentire il martellante lavoro del picchio alla ricerca di cibo sui vecchi pini, e attraversando le fasce boschive retrodunali, ricche di pino marittimo, fillirea, corbezzolo e ginepro, si raggiungeranno le aree dunali che rappresentano il più vasto, completo e ben conservato esempio di vegetazione costiera.

A seguito del progetto “Life Natura Dune Tosca” sono stati ricreati ambienti umidi retrodunali, importantissime zone per la sosta di uccelli migratori e per la riproduzione di molte specie di anfibi; inoltre sono state eradicate specie vegetali esotiche ed infestanti, nocive per l’equilibrio e la biodiversità di questo ambiente estremamente delicato.

Il sentiero che attraversa la riserva naturale della Lecciona è di particolare valore ambientale e naturalistico perché permette di attraversare tutti gli ambienti naturali che fanno parte del Parco dal bosco fino alla spiaggia libera della Lecciona, sicuramente la più bella spiaggia allo stato naturale che si trova nel Parco. Il percorso inizia dal viale dei Tigli, proprio davanti alla Villa Borbone. Da segnalare sono i ponticelli in legno che permettono l’attraversamento delle grandi lame poste tra via delle Viareggine e via della Sconfinata. Si tratta di un tratto particolarmente suggestivo in cui il visitatore può osservare dall’alto lo spettacolo delle lame, depressioni colme d’acqua in inverno, in cui il bosco di caducifoglie raggiunge tutto il suo massimo sviluppo.

La Villa Borbone

Villa Borbone è sicuramente fra i luoghi storici più affascinanti della città di Viareggio. Restaurata e adibita a spazio polivalente dal Comune, sorge in uno degli angoli più suggestivi del territorio versiliese: la macchia lucchese del  Parco Naturale di Migliarino- S. Rossore- Massaciuccoli, un territorio magico, di cui la Villa è ingresso privilegiato. Il suggestivo contesto culturale e storico paesaggistico di Villa Borbone, dove il fascino dell’antica struttura si coniuga alla funzionalità e all’avanguardia delle soluzioni tecnologiche presenti, offrono un’ampia scelta di spazi che possono soddisfare ogni tipo di esigenza. L’elegante scenario della Villa, la Limonaia, il Giardino sonoro e lo splendido parco si configurano difatti come spazio ideale per momenti speciali, da cene di gala a cerimonie, convegni, meeting aziendali e concerti di musica classica. Nella stagione estiva la Villa ospita vari eventi musicali e spettacoli teatrali.

La storia

L’aspetto attuale della villa è il risultato di una serie d’interventi susseguitisi per tutto l’Ottocento. La costruzione nasce nel 1822 come casino di caccia a corredo del grande parco che Maria Luisa di Borbone, duchessa di Lucca, aveva fatto progettare dall’arch. Lorenzo Nottolini per Viareggio. La villa, protetta da una recinzione che delimita il giardino, affacciato con un cancello monumentale sul viale dei Tigli, è posta al centro di una grande tenuta agricola e immersa nel parco di Migliarino S.Rossore Massaciuccoli. Essa è costituita da un corpo centrale all’estremità del quale, a sud e a nord, si attestano due corpi perpendicolari che danno origine ad una pianta a forma di H. Il corpo nord è costituito dalla cappella mausoleo, caratterizzata dalla facciata marmorea in stile neotrecentesco, ove sono sepolti i sovrani di Lucca e i loro discendenti e, a seguire, le scuderie mentre nel corpo sud, caratterizzato da finestre tripartite con finiture in mattoni faccia vista di gusto mitteleuropeo, originariamente adibito a locali di servizio e deposito, oggi sono ospitati uffici e spazi per convegni. La facciata principale, in linea con lo stile compositivo peculiare dell’architetto lucchese Lorenzo Nottolini, è caratterizzato da finestre inquadrate da cornici, in marmo bianco di Carrara, così come lo stemma della famiglia Borbone posto sopra la portafinestra centrale del primo piano. Il tetto è coronato da una terrazza, cinta da una ringhiera in ghisa, da dove originariamente era possibile vedere il mare. Da notare sono le due grandi aperture, chiuse con infissi in legno e vetro, che si aprono su i due “passaggi” di collegamento con il giardino posteriore, pavimentati in pietra e caratterizzati da volte a botte dipinte a tempera originariamente utilizzati per transito delle carrozze. L’edificio, pur avendo subito continui rimaneggiamenti si presenta come un palazzo dalle proporzioni equilibrate consono ad una residenza di campagna che, da casino di caccia a casa padronale e infine dimora di villeggiatura borghese. Il complesso è inoltre corredato da una limonaia costituita da un corpo di fabbrica lungo e stretto caratterizzato da grandi arcate rivolte verso il giardino. L’idea della Villa nasce con Maria Luisa di Borbone Duchessa di Lucca dal 1818. A lei si devono alcune delle decisioni fondamentali per Viareggio: nel 1819 la costruzione della prima darsena e l’acquisto dell’intera pineta e marina di levante, la redazione del piano regolatore dello sviluppo urbano, nel 1820, l’elevazione di Viareggio a rango di città e nel 1823 l’istituzione del circondario marittimo. È sempre Maria Luisa che, nel 1820, incarica l’architetto di stato Lorenzo Nottolini di studiare il progetto per una reggia corredata da un casino di caccia che verrà realizzato solo in piccola parte in quanto essa muore a Roma nel 1824 ed il suo successore, il figlio Carlo Lodovico duca di Lucca, abbandona i progetti monumentali della madre. Successivamente, a partire dal 1844, vengono edificati i diciassette cascinali per alloggiare i contadini della tenuta in cui venivano coltivate viti e pioppi. Nel 1847 Carlo Lodovico diviene duca di Parma col nome di Carlo II e cede il Ducato di Lucca a Pietro Leopoldo di Toscana che nel 1849, in seguito all’insurrezione nel Ducato, abdica in favore del figlio Carlo Ferdinando che gli succede assumendo il nome di Carlo III acquisendo anche la tenuta di Viareggio. Carlo III farà costruire, su progetto dell’architetto Giuseppe Gheri, la cappella dedicata a San Carlo Borromeo che costituisce l’elemento di maggiore interesse del complesso in quanto vero e proprio mausoleo funebre della famiglia Borbone-Parma. La Villa con la estesa tenuta agricola viene poi assegnata, per successione ereditaria, a Bianca moglie dell’arciduca d’Austria Leopoldo Salvatore d’Asburgo Lorena nipote del granduca di Toscana Leopoldo II. Durante la prima guerra mondiale la villa viene requisita come proprietà nemica in quanto austriaca e adibita a comando del Balipedio dalla marina militare. Successivamente venne restituita ai legittimi proprietari che la abitarono stabilmente fino al 1985 quando viene venduta all’ing. Benvenuto Barsanti che la donò poi al Popolo di Viareggio affidandone la custodia al comune. Nel 2005 il comune con l’acquisto della cappella, dagli eredi Borbone, ha riunificato il complesso monumentale.
 

Il giardino sonoro

L’esperienza sonora è da sempre una componente importante dell’architettura del paesaggio: lo zampillare ritmico delle fontane o dei rivoli d'acqua artificiali, il canto degli uccelli, il fruscio di particolari fogliami e lo scricchiolio delle ghiaie o degli acciottolati, è storicamente parte integrante dell'esperienza multi-sensoriale che la progettazione del giardino è in grado di offrire, con una capacità di suggestione ed emozione di rara "integrazione" fra espressione estetica, articolazione simbolica e natura. La  progettazione ambientale degli spazi pubblici e del paesaggio sviluppata secondo un approccio multi-sensoriale rende possibili risultati inaspettati e straordinari, come nel caso del Giardino Sonoro di Villa Borbone a Viareggio: il parco storico antistante la Villa si configura davvero con grande naturalezza come spazio teatrale: le sue geometrie, le ampie alberature, gli scorci e le visuali su architettura e paesaggio, ne fanno un teatro a cielo aperto, un’architettura effimera che prende corpo dal sistema di relazioni e interazioni che il movimento del giardino riesce ad attivare. L’architettura “giardino”, con la propria spazialità e materialità, fatta di vuoti e di pieni, diviene uno spazio acustico e sonoro, caratterizzato da una propria risonanza, immediatezza, lontananza, in sintesi una variegata memoria degli eventi sonori; aggiungere la dimensione della diffusione musicale ha immediatamente significato amplificarne tutte le qualità spaziali e relazionali, fatte di presente riconquistato (la Villa restaurata e aperta al pubblico) e di storicità continuamente riscoperta (l'intatta espressività storica del contesto di Villa Borbone). Un sapiente sound design, reso possibile dalla ricerca e sperimentazione portata avanti da Architettura Sonora, ha così conferito al giardino di Villa Borbone un’identità spaziale, dinamica e mutevole, dove lo spazio modella i suoni e dai suoni si fa modellare, rendendo i visitatori in grado di interagire a molti livelli col composito paesaggio ambientale della Villa. Un sistema di moduli sonori omnidirezionali (quanto di tecnologico vi sia di più simile alla sorgente naturale) – 14 Sfere in cotto dell’Impruneta – sono distribuite sul perimetro ogivale della sezione centrale del giardino, configurando un anfiteatro sonoro uniforme, di non immediata individuazione, posizionato a terra eppure con un respiro sonoro verticale immaginifico. Il sofisticato impianto multicanale permette a ogni modulo sonoro di essere musicalmente indipendente, come fosse uno strumento di un’orchestra che suona e risuona il giardino di Villa Borbone, con musica propria, sempre nuova, pienamente integrata e percepita come naturale anche grazie alla matericità dei moduli sonori, la terracotta toscana, che li rende parte integrante, anzi strutturante, del sistema giardino. Il Giardino Sonoro di Villa Borbone si configura come un vero e proprio strumento musicale, in grado di suonare anche per concerti live, performance e dj-set. Usualmente vengono trasmesse musiche tratte dalle Opere del Maestro Giacomo Puccini, ma richiesta è possibile spaziare attraverso una scelta musicale molto variegata.
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